Era da tempo che volevo scrivere un post sulla resilienza ed ho trovato dieci minuti, per riflettere su questa condizione mentale e fisica.
Innanzitutto facciamo chiarezza sulla definizione stessa della parola, applicata a vari campi e soprattutto utilizzata spesso a sproposito. Partendo dall’Accademia della Crusca (giusto per fare scena!), con il termine “resilienza” si indica la ‘capacità di sostenere gli urti senza spezzarsi’.
Se in fisica e in ingegneria si applica questo concetto alla capacità di un materiale di resistere a un urto, assorbendo l’energia che può essere rilasciata in misura variabile dopo la deformazione, nella vita reale la sotanza non cambia. Quale migliore metafora per la realtà umana?

Resilienza: fa rima con sopravvivenza e resistenza
Strano paradosso perfetto per descrivere la realtà: resilienza fa rima con sopravvivenza e resistenza. Adattarsi, muoversi, superare i propri limiti, metabolizzare gli insuccessi e imparare dai propri errori sono gli elementi fondamentali per essere davvero resilienti, decidendo di mutare costantemente a seconda delle situazioni.
Ma questo mutare significa diventare persone diverse? No, a tutto c’è un limite, se si parla di resilienza non ci si cimenta in cambienti radicali del proprio Io, o meglio, non sono richiesti, ma si fa riferimento alla capacità di resistere agli scossoni più o meno grandi che la vita ci riserva.
E allora? Non c’è resilienza senza una vera volontà di sopravvivenza in questo mondo affannato e non c’è resistenza agli urti senza aver fatto un po’ di condizionamento fisico (si devono prima prendere un po’ di “schiaffi in faccia” poi ci si fortifica piano piano).

Resilienza: una dote fondamentale per gli italiani all’estero
Quando ci troviamo all’estero, lontani dalla nostra vecchia casa dove siamo nati e cresciuti, distanti fisicamente e forse anche mentalmente dalla nostra famiglia, si tende ad essere più fragili. Chi per studio, lavoro o semplice scelta di vita ha intrapreso la strada non facile di stare lontano, sviluppa inevitabilmente questo aspetto della personalità: la resilienza intesa come abilità di superare gli ostacoli, di affrontare i fattori di rischio e ribaltarli a proprio favore.
Ogni giorno, io e Matteo, facciamo fronte a situazioni che cambiano più velocemente di altre (quando sei all’estero ci si sente in un vortice).
Frullati da un sistema che dobbiamo ancora comprendere, generiamo ipotesi e cerchiamo soluzioni attingendo alla grande e inesauribile risorsa che volenti o nolenti abbiamo cominciato ad usare: la resilienza. Da capacità a risorsa il passo è breve, cambia solo la consapevolezza dell’individio.
Resilienza: migliorare la resistenza generale
La pratica del karate ci insegna che il condizionamento fisico, ovvero l’abitudine a ricevere colpi, modifica la resistenza delle parti del corpo. La resilienza è un allenamento costante ai condizionamenti che la vita ci impone senza pietà.
Fallimenti, ripensamenti, porte chiuse, fregature e perdite. Nessuno è immune, tanto meno quando ti trovi solo ad affrontare la vita in un nuovo paese con regole e sistemi diversi che spesso si fa fatica a comprendere. Mi chiedo spesso come migliorare il mio grado di resilienza per poter progredire ancora e superare altri limiti.
Non c’è una ricetta, a volte si fanno dei passi avanti, altre volte siamo colti di sorpresa dagli eventi e ci rinchiudiamo nel nostro guscio. Sono alla mia terza esperienza all’estero, ma questa non ha nulla a che vedere con le altre due, questa è definitiva finché dura e l’unica cosa che ho imparato in questi mesi è che c’è ancora tanto da lavorare.
Migliorare la resistenza generale del proprio essere per me significa mostrare la parte debole. Quest’ultima è quella esposta e preposta al cambiamento, è su questa che agisce il condizionamento in un continuo stato di evoluzione perenne. È una sfida che va combattuta giorno dopo giorno o forse un allenamento perpetuo.
Absolutamente vero!
Ci vuole resilienza….incassa un colpo e vai avanti!
Non è per tutti…..molti senza essa mollano….
Scappano proprio!
Grazie mille ragazzi!
Completamente d’accordo, il fatto di vivere all’estero ti porta a resistere di più alle difficoltà e soprattutto ad andare avanti piu veloce perché tanto non puoi fare altrimenti. Sei da solo o in due ma comunque senza i parenti e amici!
È un’esperienza molto ricca con un lato difficile perché è tutto più complicato e un lato eccitante perché non si puo chiudersi in una routine.
Siamo contente di leggere la vostra esperienza da italiani all’estero, noi essendo due francesi in Italia 🙂
Buona giornata
Amélie & Laura